La pesca della Lampuga a spinning è una delle tecniche di pesca più divertenti. Da un lato la combattività del pesce, dall’altro la leggerezza delle attrezzature, tutto concorre alla creazione di adrenalina pura, che ingenera uno stato di tensione che, una volta provato non si può dimenticare.
Tuttavia è da rilevare che non è facile trovarsi nella condizione ideale per poter vivere attimi di vera concitazione. Pescare questo pesce a spinning è praticabile solo a fronte del verificarsi di alcune situazioni. A differenza di altre specie, infatti, per le quali la pratica della pesca a spinning è generalmente determinata da 2 fattori principali:
1. Il verificarsi di mangianze, in particolar modo quando visivamente segnalate dai nostri amici gabbiani
2. In particolari situazioni di luogo e ora (come ad esempio nello spinning ai serra in foce), mediante le quali, anche in assenza di particolari situazioni di mangianza, tale pesca può dare i suoi frutti
Per le Lampughe, tali situazioni, e quindi tali accorgimenti non sono percorribili. In pratica sarà molto difficile rilevare una mangianza di lampughe, da un lato, non ci sono condizioni “naturali” per le quali un particolare luogo in una particolare ora possono determinare la situazione propizia per la loro pesca.
Altre infatti sono le caratteristiche che rendono tale pesca, almeno in ipotesi inziale, suscettibile di fornire esiti positivi. Come rilevato nella scheda sulla Lampuga, una sua particolare caratteristica, cioè la predilezione a stazionare in “zone d’ombra” appena sotto la superficie dell’acqua,
La lampuga tende a posizionarsi nelle zone di ombra generate da corpi galleggianti. Tanto che, proprio da questa sua particolare abitudine, è nata una tecnica di pesca denominata proprio “pesca con le ombre”. In pratica, non si fa altro che creare delle zone d’ombra sul pelo dell’acqua, utilizzando vari materiali (i “cannizzi”), tra cui foglie di palma. Questi vengono ancorati in un punto in una zona in cui si presume vi sia la presenza di questo pesce e lo si lascia lì per alcuni giorni. Generalmente fin quando il nostro “cannizzo” riesce a resistere all’azione del mare.
Una volta posizionato, e fin che resiste, torneremo sul punto (che avremo memorizzato su GPS) per provare a verificare se qualche gruppo di lampughe si è posizionato al di sotto di esso.
Se tutto sarà stato eseguito correttamente, e il nostro pesce è nelle vicinanze, avremo creato i presupposti per una battuta di pesca a spinning alla Lampuga che ci regalerà emozioni che non scorderemo facilmente.
Vediamo nel dettaglio la pratica di questa pesca:
1. Caliamo il cannizzo (o latro oggetto che abbiamo scelto)
2. Memorizziamo il punto
3. Dal punto iniziamo una serie di scie, o cerchi, di pasturazione (mentre camminiamo rilasciamo sarde in acqua)
4. Terminata la pasturazione potremo iniziare a pescare
5. Alla prima abboccata recuperiamo il pesce in questo modo
a. Molto lentamente, in modo tale da attirare gli altri componenti del branco, e lasciandolo sostare in prossimità della barca prima del suo issaggio a bordo
b. Molto velocemente in modo tale da recuperarlo, legarlo e rilasciarlo in acqua per fargli svolgere la funzione di cui sopra
Nei giorni seguenti, fin quando il nostro “cannizzo” resisterà potremo tornare a pescare sul punto. Potremo pasturare, per attirare eventuali esemplari nei dintorni, o spinnare in prossimità della zona d’ombra per verificare se il nostro cannizzo ha attirato qualche esemplare.
Ulteriore possibilità per lo spinning alle Lampughe è data dalla presenza in acqua di corpi galleggianti alla deriva (una busta, un tronco, o qualsiasi altro oggetto che produca un minimo di ombra). Anche in prossimità di questi è sempre bene effettuare qualche tentativo.
Ricordiamoci sempre che la Lampuga è un pesce gregario e che, catturato un esemplare di lampuga dovremo immediatamente legarla e immergerla sotto lo scafo della nostra imbarcazione. Questo farà si che gli altri componenti del branco tenderanno ad avvicinarsi al nostro scafo.
Generalmente nello spinning alla Lampuga gli artificiali da prediligere sono quelli da circa 14 cm, oppure cucchiaini con penna di dimensioni significative.
1. Il verificarsi di mangianze, in particolar modo quando visivamente segnalate dai nostri amici gabbiani
2. In particolari situazioni di luogo e ora (come ad esempio nello spinning ai serra in foce), mediante le quali, anche in assenza di particolari situazioni di mangianza, tale pesca può dare i suoi frutti
Per le Lampughe, tali situazioni, e quindi tali accorgimenti non sono percorribili. In pratica sarà molto difficile rilevare una mangianza di lampughe, da un lato, non ci sono condizioni “naturali” per le quali un particolare luogo in una particolare ora possono determinare la situazione propizia per la loro pesca.
Altre infatti sono le caratteristiche che rendono tale pesca, almeno in ipotesi inziale, suscettibile di fornire esiti positivi. Come rilevato nella scheda sulla Lampuga, una sua particolare caratteristica, cioè la predilezione a stazionare in “zone d’ombra” appena sotto la superficie dell’acqua,
La lampuga tende a posizionarsi nelle zone di ombra generate da corpi galleggianti. Tanto che, proprio da questa sua particolare abitudine, è nata una tecnica di pesca denominata proprio “pesca con le ombre”. In pratica, non si fa altro che creare delle zone d’ombra sul pelo dell’acqua, utilizzando vari materiali (i “cannizzi”), tra cui foglie di palma. Questi vengono ancorati in un punto in una zona in cui si presume vi sia la presenza di questo pesce e lo si lascia lì per alcuni giorni. Generalmente fin quando il nostro “cannizzo” riesce a resistere all’azione del mare.
Una volta posizionato, e fin che resiste, torneremo sul punto (che avremo memorizzato su GPS) per provare a verificare se qualche gruppo di lampughe si è posizionato al di sotto di esso.
Se tutto sarà stato eseguito correttamente, e il nostro pesce è nelle vicinanze, avremo creato i presupposti per una battuta di pesca a spinning alla Lampuga che ci regalerà emozioni che non scorderemo facilmente.
Vediamo nel dettaglio la pratica di questa pesca:
1. Caliamo il cannizzo (o latro oggetto che abbiamo scelto)
2. Memorizziamo il punto
3. Dal punto iniziamo una serie di scie, o cerchi, di pasturazione (mentre camminiamo rilasciamo sarde in acqua)
4. Terminata la pasturazione potremo iniziare a pescare
5. Alla prima abboccata recuperiamo il pesce in questo modo
a. Molto lentamente, in modo tale da attirare gli altri componenti del branco, e lasciandolo sostare in prossimità della barca prima del suo issaggio a bordo
b. Molto velocemente in modo tale da recuperarlo, legarlo e rilasciarlo in acqua per fargli svolgere la funzione di cui sopra
Nei giorni seguenti, fin quando il nostro “cannizzo” resisterà potremo tornare a pescare sul punto. Potremo pasturare, per attirare eventuali esemplari nei dintorni, o spinnare in prossimità della zona d’ombra per verificare se il nostro cannizzo ha attirato qualche esemplare.
Ulteriore possibilità per lo spinning alle Lampughe è data dalla presenza in acqua di corpi galleggianti alla deriva (una busta, un tronco, o qualsiasi altro oggetto che produca un minimo di ombra). Anche in prossimità di questi è sempre bene effettuare qualche tentativo.
Ricordiamoci sempre che la Lampuga è un pesce gregario e che, catturato un esemplare di lampuga dovremo immediatamente legarla e immergerla sotto lo scafo della nostra imbarcazione. Questo farà si che gli altri componenti del branco tenderanno ad avvicinarsi al nostro scafo.
Generalmente nello spinning alla Lampuga gli artificiali da prediligere sono quelli da circa 14 cm, oppure cucchiaini con penna di dimensioni significative.