Pesca del Totano
I Totani hanno le stesse abitudini dei Calamari, vivono a grande profondita' e accostano nei mesi estivi, in zone rocciose con profondita' notevoli. Per la limitata profondita' delle coste non frequentano i nostri litorali con acque basse e prevalentemente sabbiose.
Sul litorale laziale possono essere trovati generalmente di notte, su fondali tra i 150 mt ed i 300 mt. Di giorno occorre spostarsi su fondali più impegnativi (500 mt circa). In particolare la loro presenza nella zona Ostia-Fiumicino è stata cominciata ad essere segnalata negli ultimi anni dando il via alla pratica di questa anche in questa zona.
Attrezzatura
Questa può variare in relazione ai fondali nei quali peschiamo ed in relazione alla taglia dei totani che stazionano nella nostra zona. In via generale, senza dover ricorre ad attrezzature specifiche sarà sufficiente una canna con azione compresa tra le 8 e le 20 libbre, un mulinello capiente a bobina rotante (possibilmente elettrico).
Una componente fondamentale per praticare questa pesca sono le fonti luminose. Ne esistono di vari tipi, modelli e costi. Da agganciare direttamente sulla nostra esca e da calare sotto barca in modo da far risalire i totani a profondità minore.
Per la costruzione della totanara consiglio la visione di questo video Totanara per la pesca dei totani autocostruita con acciaio liquido
Esche
Sono da prediligere esche naturali quali sarda e lardo di maiale.
Azione di pesca
Individuato lo spot di pesca andremo a calare l'esca fino al fondo per poi recuperarla a nostro piacimento, in modo lento e continuo piuttosto che imprimendo un movimento a scatti. In questa pesca, data la profondita', sono molto produttive le esche luminose.
Se avete la ferrata (segnalata da un appesantimento della lenza), salpando il Totano ricordatevi che emette un consistente spruzzo
In commercio esistono molte varietà di totanare ma, a prescindere dal modello (con inserto di fonti luminose o meno, a tubo, ad asta, etc. etc.) sono tutte caratterizzate da una particolarità in comune: le corone non uncinate. Questo tipo di corone in sostanza non garantisce il mantenimento della trattenuta della preda durante la fase di recupero. Se consideriamo poi le profondità a cui si pratica questa pesca è facile capire che perdere una preda durante la fase di recupero può avvenire più facilmente di quanto non si pensi. Oltre questo dobbiamo anche considerare che a meno che non siamo fortunati e peschiamo in una zona ricca di queste prede e che, quindi, ad ogni uscita possiamo contare su attacchi multipli e quindi se perdiamo qualche preda poco importa ma se, al contrario peschiamo in zone nelle quali non possiamo aspettarci moti attacchi è buona cosa evitare di perderne qualcuna di esse.
Per ovviare quindi a questa problematica molti ricorrono all'autocostruzione delle totanare. Nei seguenti articoli possiamo trovare alcuni esempi
A pesca di totani - totanara fai da te
Totanara per la pesca dei totani autocostruita con acciaio liquido
Detto ciò andiamo a vedere, prima di parlare del terminale, la costruzione di una totanara auto costruita.
Nell'immagine seguente vediamo i componenti principali. In pratica avremo bisogno:
- di un tubo di 3 mm di diametro in acciaio inox;
- colla acrilica per bloccare gli ami in posizione;
- gli ami;
- resina epossidica o acciaio liquido per bloccare definitivamente gli ami sull'asta di acciaio inox;
- perline fosforescenti di diametro adeguato.
L'asta di acciaio dovrà essere tagliata della lunghezza desiderata e successivamente schiacciata alle estremità (battendo con un martello su di un'incudine). Su entrambe le estremità andremo a creare un foro per l'inserimento del moschettone. Il moschettone dovremo acquistarlo di dimensioni generose per far si che si infili nel foro.
Compiuta questa operazione andremo a stondare una delle 2 estremità, quella su cui andremo a collocare il piombo, e ad appuntire l'altra, quella che useremo per l'innesco della sarda. Fatto questo andremo a posizionare gli ami sull'asta, avendo cura di tagliare prima la paletta. Per posizionarli e fermarli è sufficiente utilizzare alcune gocce di colla acrilica (Attack).
Una volta ultimate le operazioni precedenti andremo a posizionare la nostra asta su una macchina che la faccia girare a velocità lenta, si può utilizzare una macchina da rodbuilder in commercio ma visto il costo possiamo autocostruircela (Wrapper machine (macchina per rodbuilder) fai da te). A questo punto possiamo procedere con la colata di acciaio liquido o di resina epossidica, dopo ovviamente aver inserito le perline.
Nel dettaglio seguente vediamo la totanara in tutte le sue parti principali. Nell'esempio vediamo una totanara con corona singola. Neglie sepi riportati negli articoli possiamo vedere che possiamo divertirci a crearne con corone doppie, triple e anche variando al costruzione della corona stessa (a 8, 12, 14, 16 ami).
A questo punto possiamo andare a vedere il terminale. Per prima cosa occupiamoci del pre-terminale. In questa pesca si usano mulinelli elettrici generalmente caricati con multifibra. Il multifibra lo si sà ha un rigida superiore al nylon e, come avviene nel big game, ci sono scuole di pensiero diverse. Alcuni ritengono che sia utile un pre-terminale in nylon che deve fungere da ammortizzatore, in pratica compensare la scarsa elasticità del multifibra per garantirci maggior sicurezza a fronte di qualche errore commesso in fase di recupero. lascio a voi la scelta. Io non utilizzo pre-terminale.
Avremo quindi una lenza madre in multifibra con un libraggio che può andare dalle 20/30 libbre fino a libraggi anche superiori, per chi vuole garantirsi maggiore sicurezza o che sà che nella propria zona di pesca ci sono esemplari importanti. Pescando con mulinelli elettrici non ci importa molto della grammatura che andremo ad utilizzare occorre però anche qui fare una specificazione. Maggiore sarà il libraggio del multifibra cha andremo ad utilizzare maggiore sarà la grammatura di cui avremo bisogno per portare la lenza sul fondo in modo verticale. Ma come detto, abbiamo il mulinello elettrico per cui non ci importa. Questo però è vero in parte. Occorre fare infatti 2 considerazioni:
1. maggiore sarà la grammatura che andremo ad utilizzare e minore sarà la sensibilità che avremo nella percezione della ferrata del totano. Quando questo è di buone dimensioni poco importa, ma quando non lo è richiamo di non percepire tutti gli attacchi.
2. molti praticano questa pesca con la canna a murata calando la lenza sul fondo per poi utilizzare il mulinello elettrico per farla risalire. In modalità costante, con fasi fermo o utilizzando la funzione jiggin del mulinello stesso quando presente. Bene con riferimento a questo punto la mia esperienza mi ha insegnato che far lavorare la canna tenendola in mano, come nel classico jiggin, può fare la differenza in numero di attacchi. Questo però comporta che dobbiamo cercare di alleggerire la grammatura del piombo e quindi, scendere di libraggio del multifibra. Se non lo avete fatto fate la seguente prova. Portatevi in pesca una canna con multifibra 60 libbre ed una con multifibra 20 libbre. Piombatele aumentando la grammatura fin quando entrambe avranno la lenza in verticale sul fondo (è sufficiente un fondale di 100 mt per rendersi conto) e poi confrontate le due grammature. Resterete stupiti della differenza.
Detto questo sulla lenza madre resta poco da dire sul terminale in quanto in pratica non esiste un terminale, il terminale è la stessa totanara, ma anche qui qualcosa si può dire. Uno vantaggi ulteriori della totanare autocostruita è che essendo composta di un'asta di acciaio di dimensioni contenute (3mm) possiamo utilizzarla in pratica come ago per infilare la sarda. Questo darà una garanzia di tenuta ulteriore dell'esca durante la fase di pesca. E anche questo non è da sottovalutare. Effettuare recuperi ripetuti per controllare lo stato dell'esca su fondali importanti comporta una notevole perdita di tempo di pesca.
A questo punto qualcuno potrebbe obiettare che a questo schema manca una componente fondamentale rispetto alle classiche totanare commerciali: la fonte luminosa. Beh teniamo conto che la tecnologia ha fatto grandi progressi negli ultimi decenni per cui, anche per questa questione il problema non si pone. Sarà sufficiente acquistare uno dei tanti modelli di luci strobo o meno in commercio e collegarla con un moschettone nella parte alta della totanara (sul moschettone o direttamente nel foro). Di seguito un esempio di luce molto efficace. Fornitevi di colori diversi in quanto possono incidere sul risultato finale.
In merito a questa questione riporto un ulteriore dettaglio: è meglio evitare totanare con aste molto lunghe. Perchè? Semplice. Può capitare che il totano, attratto dalla luce tenda ad attaccare direttamente su di essa. Se l'asta è troppo lunga rischieremmo di non agganciarlo con la corona sottostante.
Un altro esempio di terminale, diciamo non canonico, può essere il seguente. In pratica si utilizza un classico jig da vertical jiggin a cui, come detto sopra si aggiunge una fonte luminosa. Non abbiamo la corona e non abbiamo un'esca. Un elemento in meno dal punto di vista della ferrabilità della preda (la corona di ami è una garanzia) ed un altro per quanto riguarda l'attrattività dell'esca (la sarda in acqua emette odore che viene percepito anche a grandi distanze dai nostri predatori. Rimane comunque un'alternativa. Volendo si può anche utilizzare l'anello finale del Jig per inserire un ulteriore assist hook oppure un ancorotto.