Di esche per la pesca del polpo ne esistono veramente tanti. Nei miei video ne ho mostrati alcuni ma dopo anni di esperienza in mare e di esperimenti posso dire di essere arrivato ad aver ideato un ottimo sistema pescante. Il migliore tra tutti quelli che ho provato in tanti anni di pesca in mare dalla barca.
Quello che vediamo di seguito è il sistema galleggiante. La particolarità della polpara da me ideata è costituita proprio da questo sistema. Chi pratica la pesca del polpo sà benissimo che i polpi prediligono fondali con scogli, anche alternati a fondali di sabbia, ma sostanzialmente scogli. Luoghi nei quali i polpi trovano le loro tane. Questa peculiarità genera però una particolare problematica in fase di pesca: l'incaglio.
A causa di questa situazione, per evitare o quantomeno ridurre i rischi di incaglio si tende, soprattutto nella pesca del polpo dalla barca, a costruire polpare prive di amo. L'amo infatti costituisce il principale elemento che determina, in caso di incaglio, la rottura della lenza. Con il sistema da me ideato si riesce ad ovviare a questo problema. L'idea è semplice e di facile realizzazione. Se notate bene nella foto potete vedere che l'amo montato sull'asticella in acciaio ha la punta rivolta verso il basso. In pratica, una volta in acqua il corpo galleggiante (la palletta gialla costituita da sughero o altro materiale galleggiante) tenderà ad andare verso l'alto posizionando quindi l'amo con la punta rivolta verso il basso. Questo fa si che l'amo non tenderà ad incagliarsi sul fondale. Nel momento in cui però abbiamo il polpo che va ad afferrare la nostra esca e noi, sentendo il suo peso andremo a recuperare, il galleggiante, sotto la forza della nostra trazione tenderà a ribaltarsi e quindi a posizionare l'amo nella direzione del polpo e quindi ad agganciarlo.
Con questo semplice stratagemma, in pratica, si sono risolti, o quantomeno ridotti, tutti gli aspetti negativi derivanti dalla lenza per la pesca del polpo priva di ami, in fase di recupero accade spesso infatti che il polpo può, una volta sotto barca, lasciare la presa e mandando a vuoto la nostra cattura.
Altra peculiarità del sistema da me ideato è, sempre in ordine al fatto che si pesca in zone con scogli e che la nostra esca, la sarda, tende a rovinarsi sbattendo sul fondale costringendoci a continui rinnovi dell'esca riducendo così il tempo di pesca. Con la struttura da me ideata invece la sarda viene innescata in modo tale da essere in qualche modo protetta dagli urti sugli scogli. La parte che tende a battere è la parte frontale della struttura, quella piombata che sotto l'azione della trazione derivante dallo scarroccio sarà la prima ad incontrare lo scoglio. La nostra esca durerà più tempo, si manterrà integra e si riducono i tempi morti in fase di pesca.