Terminali da Inchiku
Quello rappresentato in figura è un terminale standard da inchiku. I terminali da inchiku infatti, non essendo complessi, non presentano particolari difficoltà. Le variabili risiedono sostanzialmente nella scelta del nodo di giunzione tra lenza madre e terminale. In figura viene indicato l'FG knot, ma se ne possono utilizzare altri. Vedere la sezione specifica nodi di giunzione. Altra variabile è costituita dalla lunghezza del terminale. In figura viene indicato 7-8 metri. Questa in effetti può essere ritenuta la misura standard. Variarla dipende solo dalle scelte personali. Ulteriore variabile è costituita dal nodo di giunzione del terminale con l'esca. Anche qui si può scegliere tra varie alternative, vedere la sezione specifica. In figura viene indicato il nodo Palomar, sicuramente uno dei più validi e affidabili per tali casi. Ultima variabile è costituita dalla scelta del modello di inchiku, colore, etc. Ma questo costituirà un ulteriore approfondimento specifico. Unica nota è evidentemente in relazione alla grammatura. Il peso dell'inchiku infatti, oltre a dover essere proporzionato all'attrezzatura che stiamo utilizzando ci dovrà consentire di lavorare con l'esca a piombo. Tale risultato è evidentemente relazionato alla profondità a cui stiamo pescando, alla corrente presente ed allo scarroccio se non peschiamo ancorati e quindi il suo peso dovrà essere variato in base alle specifiche esigenze del momento. In linea generale possiamo trovare delle relazioni tra peso dell'inchiku e profondità, consultare l'apposita tabella, fermo restando che la stessa non può tenere conto delle ulteriori variabili suddette.
La tecnica a Inchiku
Note generali
Come tecnica può essere considerata una via di mezzo tra il Vertical Jigging ed il Kabura. Tale caratteristica discende dal fatto che i sistemi di recupero in essa utilizzabili sono una sorta di compromesso tra l'una e l'altra. Le esche utilizzate sono invece appositamente studiate per tale tipo di pesca e pertanto diverse sia da quelle da vertical jigging che da quelle da kabura. E' evidente pertanto che peculiarità specifica di tale tecnica è la possibilità di sondare, e quindi insidiare, specie diverse e stazionanti in strati diversi di fondale.
Prede
Predatori in genere, ma anche i grufolatori di fondo
Lampuga, Ricciola, Palamita
Tecnica
In relazione a quanto detto nelle note generali, abbiamo a disposizione due principali modalità di azione:
1. movimento sul fondo
Azione simile a quella praticata nel kabura. Si fanno compiere all'esca dei saltelli sul fondo (sabbioso, fangoso), in modo tale da sollevare delle nuvolette di polvere le quali divengono elemento attrattivo per i grufolatori.
2.long jerk - short jerk
Azione tipica del jigging che può essere praticata anche con l'inchiku. Questo tipo di azione è mirata per i predatori che stazionano negli strati superficiali d'acqua.
Periodo
Non c'è u periodo specifico per questo tipo di pesca. Il periodo migliore è quello relativo alla specie che si intende insidiare.
Esche
Esche artificiali di vario tipo e nomenclatura,ma generalemente composte da un corpo solido rigido ed un octpus, o altro gonnellino semovente, collegati tra loro. La forma conferisce all'esca la predisposizione verso particolari movimenti piuttosto che verso altri. Le colorazioni variano notevolemnte e la loro scelta dipende molto dall'esperienza specifica in un dato spot di pesca.
Elemento fondamentale nella scelta dell'esca è costituito ovviamente, oltre che da quanto sopra detto, dal peso della stessa. Questi infatti sarà relazionato al fondale su cui ci troveremo a pescare ed inoltre sarà influenzato dalle correnti presenti. I pesi variano generalmente tra i 60 ed i 200 grammi.
Attrezzatura
Canna
Per la pratica di questa pesca esistono in commercio canne appositamente studiate. Queste hanno fasce di prezzo molto varie (dalle poche decine fino alle centinaia di euro delle blasonate giapponesi). A prescindere dalla fascia di prezzo la canna utilizzata in questo tipo di pesca deve avere delle caratteristiche che sono funzionali alla movimentazione dell'esca sul fondo. Essendo basata infatti sostanzialmente su di un particolare movimento che la nostra esca dovrà effettuare questo sarà imprimibile alla stessa tanto più facilemente quanto più la reazione elastica della nostra canna sarà consona a tale esigenza.
Mulinello
E' possibile utilizzare sia mulinelli a bobina rotante che mulinelli a bobina fissa. La preferenza, visto l'attuale stato dell'offerta comemrciale, è dettato più dalle preferenze del singolo che da effettive esigenze di pesca. Nota a favore del mulinello a bobina rotante è dettata dalla postura che esso consente di mantenere in fase di recupero la quale, a parere di alcuni, risulta più confortevole rispetto a quello a bobina fissa.
Lenza madre
La lenza madre è tipicamente costituita da multifibra il cui spessore varia in funzione del libraggio dell'attrezzatura che abbiamo scelto (generalmente intorno alle 20 libbre, salvo i casi nei quali il nostro spot offre prede di particolari dimensioni)
Terminale
Il terminale è costituito quasi esclusivamente da fluorocarbon. Anche il suo diametro è relazionato al libraggio complessivo della nostra attrezzatura.
Azione di Pesca
Tipicamente si svolge mediante tre fasi distinte:
1. Calata in acqua dell'esca
Si apre la bobina e si lascia andare a fondo l'esca. In questa fase non si deve perdere attenzione alla canna in quanto anche durante la calata possono verificarsi ferrate.
2. Saltelli a fondo
In questa fase si applica la tecnica del kabura, cioè si fanno compiere dei saltelli sul fondo all'esca in modo da sollevare le citate nuvolette di polvere.
3. Recupero
In questa fase si inizia a recuperare verso la superficie. Il recupero generalmente avviene con uno short jerk lento sino a pochi metri dalla superficie per poi ricominciare il ciclo, cioè si ferma il recupero, si riapre la bobina e si ricala l'esca a fondo.
Sia nella fase 2 che nella 3 si possono adottare varianti sia in relazione alla velocità (dei saltelli e del recupero), sia in relazione alla scelta dell'azione (long jerk, short jerk). Le modalità con cui attuare tali variazioni saranno dettate dall'esperienza ma soprattutto dalla conoscenza delle preferenze dei pesci in relazione al luogo di pesca.