Pesca dell'orata
La pesca dell'orata dalla barca è riconducibile ad una sorta di bolentino che può essere praticato, a seconda delle abitudini del pesce nel particolare zona nella quale peschiamo, su fondali di qualche decina di metri ma soprattutto sotto riva, su fondali molto bassi, adiacenti a scogliere sommerse. La particolarità di questa sorta do bolentino consiste in primo luogo nell'ancoraggio. Nel bolentino classico, attuato su fondali più importanti, si può pescare a scarroccio o ancorati. L'ancoraggio in questo caso sarà attuato dalla calata di un'ancora solitamente a prua della barca o, in particolari condizioni meteo marine, sulle bitte della barca stessa. Ovviamente se non dispone dei moderni mezzi di posizionamento (Minn kota, etc.).
Nel caso della pesca dell'orata il nostro ancoraggio non sarà composto da un'ancora, bensì da due. Questo sistema di stabilizzazione della barca è necessario in quanto la barca ancorata con una sola ancora durante la battuta di pesca, al variare delle condizioni meteo marine (in particolare il vento) tenderà a ruotare attorno al punto di ancoraggio. Questo determinerà uno spostamento continuo dell'esca ed inoltre non ci consentirà di mantenere l'esca nel punto voluto oltre un dato determinato periodo di tempo.
Utilizzando 2 ancore invece si riesce a bloccare perfettamente la barca. Se eseguiremo tale operazione in modo corretto la barca resterà immobile sul punto anche con condizioni marine non propriamente propizie. Per attuare questo ancoraggio si procede come segue:
1. giunti nel punto voluto, tenuto conto del fondale su cui ci si trova e dello scarroccio presente in quel momento, si cala l'ancora di prua e ci comincia a dare cima in modo che la barca vada oltre il punto in cui ci si vuole fermare;
2. Superato il punto in cui ci si vuole stazionare si cala un'ancora a poppa;
3. A questo punto si comincia a recuperare la cima dell'ancora di prua in modo tale da giungere con la barca sul punto nel quale la si vuole posizionare avendo la cima dell'ancora di prua e quella dell'ancora di poppa in tiro. Andremo a legare le cime e se abbiamo eseguito tutto in modo corretto avremo la nostra barca immobile per tutta la battuta di pesca.
A questo punto possiamo passare a parlare del terminale. La costruzione del terminale può avvenire in vari modi, alcuni elementi costituiscono scelte personali poco incidenti e significative ai fini della riuscita della battuta di pesca, altre invece sono particolarmente importanti.
Prima questione: piombo scorrevole
A prescindere dalla modalità con cui scegliamo di rendere il piombo scorrevole l'importante è che questo sia scorrevole. Il piombo scorrevole è fondamentale per non far percepire il piombo stesso alla nostra preda in fase di abboccata. Per cui, di nuovo, a prescindere dalle nostre scelte personali, l'importante è che otteniamo il risultato voluto. A seguire negli esempi di schema di terminale possiamo vedere che tutti sono realizzati con piombo scorevole.
Seconda questione: il terminale
Anche questo è un fattore molto importante. Sia in ordine al suo spessore, sia in ordine alla sua morbidezza (questa spesso dipende dalla qualità del monofilo che andremo ad utilizzare) ed infine, ma non di secondaria importanza, anzi al contrario di primaria importanza, la sua lunghezza. Per far si che l'orata percepisca la trazione della lenza il più tardi possibile questo dovrà essere lungo almeno 2 metri. Si avete letto bene, almeno 2 metri. Questo cosa significa? che terminali ancora più lunghi sono da preferire, anche 3 o addirittura 4 metri. Per tale motivo dovremo pescare con canne di lunghezza non inferire ai 3,70-420 metri. La lunghezza potrà essere variata a seconda della corrente presente tenendo presente il principio che maggiore sarà la corrente, più teso sarà il nostro terminale e quindi prima verrà percepito dall'orata.
Detto tutto questo la costruzione del terminale non comporta particolari accorgimenti. La sua costruzione è abbastanza semplice. Nel primo caso vediamo un terminale nel quale lo scorrimento del piombo è ottenuto con l'antitangle. Per chi non lo sapesse l'antitagle è un tubicino che in alcuni casi può essere dritto in altri a V. Quest'ultimo è da preferire in quanto la V composta da 2 bracci, uno più lungo ed uno più corto riduce i rischi di aggrovigliamento della lenza.
In questo secondo esempio abbiamo una ripetizione del primo con l'utilizzo di 2 ami. Questa soluzione risulta spesso molto efficace.
In questo terzo esempio otteniamo lo scorrimento del piombo utilizzando un classico piombo a sfera con foro passante. Anche in questo caso, come nei precedenti, andremo a collocare delle perline salva nodo prima del nodo di giunzione con la girella del terminale. Il piombo per ovvie questione fisiche tenerà sempre ad andare a sbattere contro il nodo di giunzione e per evitare che si logori per poi rompersi lo andiamo a salvaguardare.
IN questo quarto esempio otteniamo invece lo scorrimento del piombo utilizzando semplicemente il foro della girella collegata al moschettone.
In questo quinto esempio riprendo lo stesso schema utilizzato nel primo con una unica correzione: il verso di montaggio dell'antitangle. Nei primi 2 esempi l'antitangle è montato in modo scorretto. Perchè ho voluto mostrarvelo sbagliato? Semplice. Mi è capitato molto spesso di vedere in pesca persone che lo montavano al contrario e nonostante che, dopo che gli è stata fatta notare la cosa, alla prima rottura di lenza lo andavano a rimontare nel modo sbagliato. Spero così di avervi fatto memorizzare il montaggio corretto. E' questo il montaggio corretto in quanto lo scopo della V è di tenere il più lontano possibile dal trave il terminale stesso per cui, dovrebbe essere ovvio che il montaggio corretto si effettui tenendo il lato lungo dell'antitangle verso il terminale, e non dalla parte opposta.