Coperta in Teak sintetico (EVA) - Petteruti Aloha 21 WA

Completato il primo progetto, per il quale vi rimando al video, ne ho iniziato un secondo. Questa volta la barca è una Petteruti Aloha 21 WA.

Le fasi di lavorazione, ovviamente, saranno le stesse del precedente progetto, per cui non mi dilungo e per chi volesse approfondire rimando alla lettura o al video della Bimax 630 wA. Quindi, iniziamo con il rilievo.

1. Il rilievo 

Come già visto andiamo a posizionare i fogli trasparenti. Per prima cosa ritagliamo il foglio in modo approssimativo ma sufficiente a ricoprire tutta la parte da rilevare. Fatto questo andiamo a bloccarlo in modo tale che non si muova durante la fase di disegno. A questo punto rileviamo i bordi con un pennarello a punta fine. Prima di iniziare decidere come si vorrà ricoprire la coperta. Possiamo infatti scegliere di rispettare i bordi della parte diamantata (in modo tale da mantenere inalterate le fughe preesistenti) oppure di ampliare la parte coperta andando a modificare lo spessore delle fughe. Questa scelta può essere determinata da un semplice fattore estetico oppure dal fatto che la sbordatura, andando a far incollare il pannello su una parte liscia, potrebbe garantire una maggiore presa della colla.

il rilievo della coperta

 Procediamo come detto per tutte le parti da rilevare. Laddove sono presenti accessori sporgenti la cosa migliore sarebbe quella di rimuoverli prima. Laddove non fosse possibile oppure non si abbia la voglia di farlo si può procedere comunque con il rilievo avendo l'accortezza di forare il foglio con un taglierino in corrispondenza dell'accessorio (in questo caso il supporto del tavolo e un oblò di ispezione). Nel compiere questa operazione cercare di essere il più precisi possibile. Generalmente è sufficiente poggiare la lama del taglierino sul bordo del supporto e farla scorrere su di esso per tagliare. In pratica utilizziamo l'accessorio stesso come dima di ritaglio.

Completiamo il rilievo su tutte le parti che vogliamo ricoprire. Ricordiamoci di numerare le parti, fotografarle dopo averle numerate e di tracciare i bordi in modo chiaro, senza correzioni (laddove vi trovaste a dover fare delle correzioni segnate sempre la linea di cui tener conto in fase di digitalizzazione). Le foto saranno utilissime in fase di ricostruzione. Anche se la barca è la vostra e la conoscete benissimo è facile confondersi con foto di dettaglio piccole. Sui pezzi segnate il verso della prua in modo da poter orientare i pezzi. Ricordo infatti che in fase di digitalizzazione tutti i pezzi dovranno essere ricollocati nella loro posizione per poter ottenere una lavorazione omogenea in senso longitudinale.

Finito il rilievo si passa alla digitalizzazione e successivamente alla stampa delle dime. Questa volta per le dime invece del rotolo di carta ho preferito utilizzare un cartoncino alveolare a 2 mm. IN questo modo è possibile anche realizzare una bozza delle decorazioni previste. Inoltre essendo rigido consente una più semplice verifica della corrispondenza dei pezzi.

In questo esempio vediamo un pezzo piccolo simulato con le finiture finale. In questo modo ci si può fare un'idea di quello che sarà l'effetto finale. Nella foto seguente vediamo invece una simulazione di una decorazione. Anche in questo caso l'utilizzo del cartoncino è stato molto utile. Con la dima realizzata con il foglio di carta non avrei potuto simulare la lavorazione incassata.

Nei due esempi sopra ho voluto provare a verificare l'effetto della lavorazione senza doghe ma semplicemente con una cornice intorno al pezzo. Quindi, in pratica, con l'utilizzo del cartoncino è possibile verificare la corrispondenza dei pezzi creati con il loro posizionamento reale prima di realizzare i pezzi in EVA, così da evitare di realizzare parti sbagliate che poi andrebbero rifatte sprecando materiale. In secondo luogo possiamo verificare se l'effetto grafico scelto è di nostro gradimento.

Attenzione particolare deve essere data agli accessori. Mentre per tutte le parti di bordo anche se non abbiamo ottenuto una precisione al millimetro non sarà particolarmente importante. Per queste parti invece occorre essere molto precisi in quanto un errore anche di 1 o 2 mm potrà risultare visibile compromettendo l'effetto finale.

Una volta effettuate le lavorazioni rimangono molte parti di ritaglio inutilizzabili e dato che a me non piace sprecare nulla ho cercato un sistema per poter riciclare anche gli scarti. Nell'immagine sopra vedete il risultato. In pratica ho creato un mosaico di pezzi in modo tale da poter utilizzare tutti gli scarti che avevo a disposizione. Il risultato finale devo dire che è soddisfacente, richiede un pò di lavoro ma ne vale la pena.

 Qui sopra invece una ulteriore variante da me creata. In una parte non soggetta a calpestio, su di un gavone, ho ricreato la parte in eva nella quale ho inserito una decorazione in legno completamente affogata nella resina epossidica. IN questo modo il legno è incollato all'eva e protetto da infiltrazioni d'acqua.