Le esche per la traina
Le esche per la traina, considerato il vasto assortimento di prede a cui si rivolgono e la notevolep produzione di sempre nuove soluzioni da parte dei principali costruttori di esche artificiali, sono varie, molto varie. Cercheremo di seguito di rappresentarle nelle loro tipologie principali, ma sicuramente non riusciremo ad esaurire l’argomento.
ESCHE NATURALI VIVE
Le esche naturali vive vengono utilizzate principalmente nella traina sotto costa. Queste generalmente sono costituite da pesci vivi e cefalopodi (calamari e seppie) vivi. Una battuta di pesca a traina con il vivo comporta ovviamente, prima di poter accingersi a pescare, il procurarsi l'esca. Questa operazione viene effettauta, a seconda della difficoltà di reperimento, della distanza a cui ci si deve accingere per pescare o subito prima della battuata di pesca oppure il giorno prima. In entrambe i casi ci si pone il problema della conservazione dell'esca. Se questa viene catturata poco prima della battuta di pesca sarà sufficiente avere a bordo una vasca del vivo. Se invece ci si troverà costretti a procursi l'esca il giorno prima, questa generalmente viene conservata in una cesta immersa a fianco del nostro natante e il giorno dopo i pesci vengono immersi nella vasca del vivo. In via generale le esche utilizzate sono piccoli cefali per la traina alle spigole, calamari per la traina al dentice, aguglie per la traina al serra (in questo caso si possono trainare anche morte), cefali e sugheri per la traina alle lecce amia.
ESCHE NATURALI MORTE
Le esche naturali morte vengono utlizzate principalmente per la traina al serra. La più catturante è in assoluto l'aguglia, ma in assenza si può optare anche su piccoli cefali e sugheri.
ESCHE ARTIFICIALI
Come anticipato il settore delle esche artificiali, sooprattutto negli utlimi anni, ha visto un aumento considerevole della produzione, sia per tipologie specifiche che per varietà. Cercheremo nel seguito di rappresentare schematicamente le tipologie principali.
MINNOW
I minnow sono sostanzialmente delle riproduzioni di pesci, quelli che le nostre prede tendono a cacciare. Valutare un minnow soltanto in funzione di quella che è la corrispondenza visiva tra lui e il pesce imitato è un grosso errore. Si deveinfatti tenere presente che il il nostro artificiale non è stato concepito per essere esposto in vetrina ma per riprodurre in acqua le stesse vibrazioni, colori e riflessi che il suo omologo vero produce. E' per questo che di fondamentale importanza è testare gli artificiali con cui ci aggingiamo a pescare in modo da verificare il loro comportamento. Oltre ciò, è evidente, che solo l'esperienza ci farà capire quelli che risultano maggiormente adescanti per detemrinate specie.
Da punto divista strutturale i minnow si possono suddividere in "a corpo unico" e "snodati". I secondi in pratica, sono costituiti da 2 (Jonted) o più parti unite tra loro mediante anelli che consentono il movimento ad ongi singola parte. Tra questi particolarmente famoso è il "Pinocchietto". Un artificiale che può essere composto anche da 5 o 6 parti snnodate che simula l'aguglia.
Dal punto di vista della morfologia il corpo dei minnow assumono varie forme. Le variazioni possono apparire minime da un punto di vista estetico, ma imprimere un movimento in acqua del tutto diverso. Altro elemento detemrinante ai fini della caratteristiche idro-dinamiche è costituito dalla paletta. Anche questa può assumere varie forme, avere varie dimensioni ed avere varie inclinazioni. Alcune variazioni derivanti dalla conformazione della paletta sulla risposta in acqua dell'artificiale possono essere per grandi linee approssimate anche da un primo esame visivo (soprattutto in funzione della dimensione e angolazione). Rimane il fatto che per poter avere un riscontro oggettivo dell'effettivo movimento in acqua occorre, di nuovo, testare l'artificiale.
Ulteriore elemento da non sottovalutare è determianto dal fatto che le risposte idro-dinamiche dei nostri artificiali in acqua non sono costanti al variare della velocità (di recupero se a spinning, di navigazione se a traina). Pertanto, quando ci si accinge ad effettuare una prova occorre tenere presente che questa dovrà avvenire ad una data velocità, pena il rischio di verificare un comportamento del nostro artificiale che una volta in pesca, se cambiamo la velocità di navigazione, potrebbe essere completamente diverso. Anche in questo caso solo l'esperienza potrà farci apprendere tutte le varie variabili. In via generale, comunque, possiamo dire che mediamente gli artificiali "lavorano" abbastanza bene a velocità intorno ai 3-4 nodi.
Come detto i minnow imitano i pesci che riproducono con le loro caratteristiche idro-dinamiche. Abbiamo visto che queste variano in funzione della velocità di navigazione ma dobbiamo ulteriormente tenere presente che queste variano anche in funzione delle condizioni meteo-climatiche e della profondità a cui questi si troveranno a lavorare. Il tipo di materiale con cui sono rivestiti (che incide sulla rifrazione della luce) oltre che il colore specifico possono variare notevolemente in relazione alla luce presente (un cielo coperto o una giornata di pieno sole incidono significativamente) ed in relazione alla profondità (ricordiamo che i colori subiscono una variazione man mano che aumenta la profondità per via dell'assorbimento dello spettro da parte della massa d'acqua).
Di nuovo, quindi, non possiamo che ribadire che solo l'esperienza potrà condurre alla scelta dell'artificiale più adatto alle nostre esigenze.
Un ultimo parametro specifico che abbiamo fin qui omesso è la dimensione totale. Generalmente si tende ad associare "esca grande" con "pesce grande". Di conseguenza tendere a scegliere artificiali di dimensioni correlate alle prede che insidiamo. Non vogliamo qui sostenere che questo nesso non ci sia, vogliamo solo ricordare, di nuovo, che l'unica certezza potrà derivare dalla prova sul campo e pertanto non dare per scontato nulla.