Pesca della Seppia
Terminali per la pesca della seppia - Schema 1
Il primo terminale per la pesca della seppia è costituito da un unico bracciolo (ma può essere variato per montarne anche 2 o tre) ed utilizza un piombo terminale agganciato tramite girella per favorirne la sostituzione.
In sequenza il terminale è composto da lenza madre in multifibra dello 0.12-0.15, girella di aggancio del terminale fissata con 2 perline per lato, terminale in fluorocarbon dello 0.25-0.35 di lunghezza 1-1.5 metri su cui viene montato il classico calamaro artificiale (totanara). La distanza dal piombo terminale a cui viene fissato il terminale può variare in funzione di varie variabili (presenza di scogli, acqua sul fondo sporca, etc.). La lenza madre termina con una girella con moschettone per l'aggancio del piombo (a goccia o a sfera). Si consiglia l'uso della girella con moschettone per facilitare il cambio del piombo terminale. Durante una battuta di pesca di alcune ore è facile che le condizioni meteo-marine cambino incidendo sullo scarroccio e quindi comportando la necessità di cambiare il piombo per consentire di mantenere l'esca sul fondo.
Terminali per la pesca della seppia - Schema 2
Il secondo terminale per la pesca della seppia utilizza i classici piombi scorrevoli spaccati intercambiabili (quelli utilizzati nel light drifting). L'utilità ovviamente consiste principalmente nella possibilità di cambiare agevolmente grammatura in base alle esigenze. Queste sono relazionate principalmente alla corrente presente, alla profondità a cui siamo pescando ed allo scarroccio. Quest'ultimo ovviamente sarà a sua volta relazionato al vento presente ed alla tipologia di natante che stiamo utilizzando.
Il terminale è costituito, in sequenza, da lenza madre in multifibra dello 0.12-0.15, piombo scorrevole intercambiabile, girella, terminale in fluorocarbon dello 0.25-0.35 di lunghezza pari a circa 1.5 metri, totanara.
Terminali per la pesca della seppia - Schema 3
Anche questo terminale presenta il piombo finale agganciato con girella. In questo caso il bracciolo è montato direttamente sulla girella di aggancio del piombo. E' evidente che in questo caso, rispetto alla versione con bracciolo montato sul trave, consente di mantenere l'esca maggiormente aderente al fondo.
Terminali per la pesca della seppia - Schema 4
Variante dello schema 3, con aggiunta di un ulteriore bracciolo corto e comunque di lunghezza proporzionata rispetto alla distanza dal bracciolo finale per ridurre la possibilità di aggrovigliamento della lenza.
Terminali per la pesca della seppia - Schema 5
L'ultimo terminale che proponiamo è composto da lenza madre 0.35, girella di giunzione con terminale in nylon dello 0.30 su cui sono montati 2 braccioli di lunghezza di circa 30 cm a 60 cm di distanza l'uno dall'altro. I due braccioli sono agganciati al terminale mediante girella tripla. Sul secondo bracciolo viene collegato (sulla girella tripla) uno spezzone di nylon dello 0.30 di lunghezza pari a circa 10-20 cm che termina con una girella con moschettone su cui viene agganciato il piombo.
La pesca della seppia
NOTE GENERALI
Sicuramente non è un tipo di pesca entusiasmante ma, considerato il periodo in cui si pratica (e quindi le non molte opzioni a disposizione) e tenuto conto del fatto che, se si incappa nella giornata giusta, è possibile catturarne anche molti pezzi in una battura di pesca, diciamo che ha il suo fascino. Inoltre, non da ultimo, occorre considerare la qualità del pescato una volta messo a tavola!
Oltre quanto sopra detto, occorre ricordare che la seppia è anche esca eccellente per praticare alcuni tipi di traina, pertanto, se si vuole praticarla, è necessario catturarle.
PREDE
Seppia (ma valida anche per polipo e calamaro)
TECNICA
Da preferire sono i fondali sabbiosi o fangosi compresi tra i -5 ed i -20 metri, mare calmo con acqua limpida ed una leggero vento che innesca un leggero scarroccio sono le condizioni ottimali. Lo scarroccio infatti sopperisce al fatto che le seppie non sono gregarie, pertanto mediante esso si attua una continua ricerca sulla zona di pesca.
In presenza di scarroccio eccessivo si può calare l'ancora galleggiante in modo tale da rallentarlo.
Per quanto riguarda gli orari non ve ne sono di preferenziali per cui è possibile praticare questo tipo di pesca durante l'arco di tutta la giornata.
PERIODO
Novembre-Dicembre sono i mesi ottimali. Poco prima e poco dopo i mesi in cui si può continuare a tentare.
ESCHE
Artificiali imitazioni di calamari. Ne esistono di vari tipi e colori. Le combinazioni di colori che offrono maggiori risultati variano da luogo a luogo.
ATTREZZATURA
Canne
Possono essere utilizzate anche le canne da bolentino se con grammatura d'azione non troppo elevata in quanto il cimino deve garantire una certa sensibilità. Da preferire quelle appositamente realizzate. La lunghezza da preferire è tra i 2 - 2.5 metri.
Mulinelli
E' più che sufficiente un mulinello a bobina fissa di misura 3000
Lenza madre
Lenza madre in multifibra del 0.10/0.15 e terminale in fluorocarbon del 0.25/0.35
Lenza
La lenza non è particolarmente articolata. Possiamo identificare 2 principali tipologie di terminali.
1. Terminale con piombo fisso
2. Terminale con piombo scorrevole
Ai braccioli possono essere aggiunte perline fosforescenti
AZIONE DI PESCA
1. individuazione dello spot di pesca
Generalmente sotto costa su fondali compresi tra i 8-10 e i 20 metri. L'esperienza e la conoscenza specifica dei luoghi sono elemento fondamentale. A volte capita, può dipendere dalle giornate o dai luoghi specifici, che accostino di più o di meno. Fondamentale pertanto risulta la ricerca della batimetrica in cui stazionano per poi proseguire l'azione di pesca su quelle profondità.
2. posizionamento della barca
La cosa migliore è disporre il fianco della barca in direzione uguale e contraria alla direzione della corrente presente. Vedi figura sotto.
3. Calata delle lenze
E' possibile pescare anche con più canne, in quanto in presenza di scarroccio lo stesso provvederà a far muovere l'esca, animandola. Oviiamente però è preferibile pescare con una canna in modo da controllare il movimento dell'esca.
Man mano che la barca scarroccia dare filo e richiamare la lenza a piccoli strappi, senza riportare l'esca sotto la barca, fino ad averla portata sul fondo. A questo punto iniziare a recuperare alternando piccoli strappi. recuperato fin sotto la barca, ricominciare con la calata.
4. Abboccata
In verità non è propriamente una toccata in quanto la seppia si posa sull'esca. Quando ciò avviene, il cimino flette in modo deciso. A questo punto non si deve ferrare ma iniziare a recuperare in modo costante, evitando strattoni e cali di tensione nella lenza.
5. Coppo
Questo è il momento cruciale in quanto è proprio quando la seppia raggiunge il pelo dell'acqua che c'è il rischio che molli la presa sull'esca. Per cui attenzione. Importante avere un coppo leggero e lungo che consenta di salpare la preda appena raggiunge il pelo dell'acqua (generalmente è a quel punto che potrebbe tentare di mollare la presa).