La tecnica  a Inchiku

Note generali

Come tecnica può essere considerata una via di mezzo tra il Vertical Jigging ed il Kabura. Tale caratteristica discende dal fatto che i sistemi di recupero in essa utilizzabili sono una sorta di compromesso tra l'una e l'altra. Le esche utilizzate sono invece appositamente studiate per tale tipo di pesca e pertanto diverse sia da quelle da vertical jigging che da quelle da kabura. E' evidente pertanto che peculiarità specifica di tale tecnica è la possibilità di sondare, e quindi insidiare, specie diverse e stazionanti in strati diversi di fondale.

 

Prede

Predatori in genere, ma anche i grufolatori di fondo

Lampuga, Ricciola, Palamita

Tecnica

In relazione a quanto detto nelle note generali, abbiamo a disposizione due principali modalità di azione:

1. movimento sul fondo

Azione simile a quella praticata nel kabura. Si fanno compiere all'esca dei saltelli sul fondo (sabbioso, fangoso), in modo tale da sollevare delle nuvolette di polvere le quali divengono elemento attrattivo per i grufolatori.

2.long jerk - short jerk

Azione tipica del jigging che può essere praticata anche con l'inchiku. Questo tipo di azione è mirata per i predatori che stazionano negli strati superficiali d'acqua.

Periodo

Non c'è u periodo specifico per questo tipo di pesca. Il periodo migliore è quello relativo alla specie che si intende insidiare.

Esche

Esche artificiali di vario tipo e nomenclatura,ma generalemente composte da un corpo solido rigido ed un octpus, o altro gonnellino semovente, collegati tra loro. La forma conferisce all'esca la predisposizione verso particolari movimenti piuttosto che verso altri. Le colorazioni variano notevolemnte e la loro scelta dipende molto dall'esperienza specifica in un dato spot di pesca.

Elemento fondamentale nella scelta dell'esca è costituito ovviamente, oltre che da quanto sopra detto, dal peso della stessa. Questi infatti sarà relazionato al fondale su cui ci troveremo a pescare ed inoltre sarà influenzato dalle correnti presenti. I pesi variano generalmente tra i 60 ed i 200 grammi.

 

 

Attrezzatura

Canna

Per la pratica di questa pesca esistono in commercio canne appositamente studiate. Queste hanno fasce di prezzo molto varie (dalle poche decine fino alle centinaia di euro delle blasonate giapponesi). A prescindere dalla fascia di prezzo la canna utilizzata in questo tipo di pesca deve avere delle caratteristiche che sono funzionali alla movimentazione dell'esca sul fondo. Essendo basata infatti sostanzialmente su di un particolare movimento che la nostra esca dovrà effettuare questo sarà imprimibile alla stessa tanto più facilemente quanto più la reazione elastica della nostra canna sarà consona a tale esigenza.

Mulinello

E' possibile utilizzare sia mulinelli a bobina rotante che mulinelli a bobina fissa. La preferenza, visto l'attuale stato dell'offerta comemrciale, è dettato più dalle preferenze del singolo che da effettive esigenze di pesca. Nota a favore del mulinello a bobina rotante è dettata dalla postura che esso consente di mantenere in fase di recupero la quale, a parere di alcuni, risulta più confortevole rispetto a quello a bobina fissa.

Lenza madre

La lenza madre è tipicamente costituita da multifibra il cui spessore varia in funzione del libraggio dell'attrezzatura che abbiamo scelto (generalmente intorno alle 20 libbre, salvo i casi nei quali il nostro spot offre prede di particolari dimensioni)

Terminale

Il terminale è costituito quasi esclusivamente da fluorocarbon. Anche il suo diametro è relazionato al libraggio complessivo della nostra attrezzatura.

[caption id="attachment_393" align="aligncenter" width="300"] Terminale da Inchiku[/caption]

Azione di Pesca

Tipicamente si svolge mediante tre fasi distinte:

1. Calata in acqua dell'esca

Si apre la bobina e si lascia andare a fondo l'esca. In questa fase non si deve perdere attenzione alla canna in quanto anche durante la calata possono verificarsi ferrate.

2. Saltelli a fondo

In questa fase si applica la tecnica del kabura, cioè si fanno compiere dei saltelli sul fondo all'esca in modo da sollevare le citate nuvolette di polvere.

3. Recupero

In questa fase si inizia a recuperare verso la superficie. Il recupero generalmente avviene con uno short jerk lento sino a pochi metri dalla superficie per poi ricominciare il ciclo, cioè si ferma il recupero, si riapre la bobina e si ricala l'esca a fondo.

Sia nella fase 2 che nella 3 si possono adottare varianti sia in relazione alla velocità (dei saltelli e del recupero), sia in relazione alla scelta dell'azione (long jerk, short jerk). Le modalità con cui attuare tali variazioni saranno dettate dall'esperienza ma soprattutto dalla conoscenza delle preferenze dei pesci in relazione al luogo di pesca.

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