Il Light Drifting

Il Light drifting è una delle tecniche più divertenti, soprattutto nei mari ricchi di pesce azzurro. Praticata da primavera sino a fine autunno, in genere, consente di effettuare catture varie e di portare al paiolo molti esemplari. Questa tecnica di pesca viene utilizzata per molte specie. Apportando alcune variazioni e/o adeguamenti della lenza (soprattutto con riferimento ai libraggi), ma sostanzialmente mantenendo intatta la sua caratteristica fondamentale: pescare con una lenzapoco piombata in superficie, in scia di pastura, con terminale piuttosto lungo (generalmente compreso tra i 1 e 2.5 metri)

PREDE

Questa pesca è generalmente direzionata alla cattura di pesce di piccola taglia (Sugheri, Cavalle, Sgombri, Lecce stella, Lanzardi, etc.). Ma può essere utilizzata anche per la cattura di pesci di dimensioni più significative quali Palamite, Lampughe e Alletterati.

PERIODO

Il periodo di riferimento principale è quello relativo alla presenza delle prede più significative per questa pesca, per cui da inizio primavera fino a fine autunno.

ESCHE

Venogno utilizzate principalmente sarde e alici.

ATTREZZATURA

Nella pratica di questa pesca volta alle prede di minori dimensioni non è necessario utilizzare una attrezzatura specificatamente dedicata. E' ovvio che esistono in commercio canne specifiche con le quali si possono migliorare di molto sia le prestazioni che il divertimento, ma ciò non toglie che anche con attrezzature non dedicate non la si possa praticare con successo. Le uniche accortezze di cui tener conto sono, in primo luogo, la lunghezza della canna, che dovrà essere sui 3-3.5 metri. Questo in quanto facilita la gestione della lenza, soprattutto pescando con più canne, inoltre, grazie all'azione di ripartizione che aumenta con la lunghezza della canna, potremo pescare con fili di minor spessore. Altro fattore è dato dalla possibile presenza nella nostra zona di pesca di esemplari di maggior significatività (capita non di rado che durante una battuta di pesca al pesce azzurro si incappi in ripetute mangiate di Palamite), e pertanto la nostra canna dovrà avere una certa resistenza.

In via generale:

Canne – si possono utilizzare le stesse canne che usiamo per il bolentino, di lunghezza tra i 3 ed 3,5metri
Mulinelli – a bobina fissa di misura 4000/5000
Fili – in bobina nylon di spessore 0.30-0.40

Nel caso di presenza in zona di Palamite occorrerà dotarsi di una canna robusta ed utilizzare l'accorgimento di rinforzare la parte terminale del terminale (i 5 cm a contatto con l'amo) o realizzando una calzetta con il dacron (si infila il dacron e lo si incolla o annoda), oppure mediante cavetto in acciao. Alternativa al rinforzo è data dall'utilizzo di ami circle. Questi infatti non vengono ingoiati dal pesce, ma si agganciano sul labbro, non consentendo quindi ai denti del pesce di tagliare il terminale.

LENZA

La costruzione della lenza è abbastanza semplice. Avremo un piombo spaccato intercambiabile sulla lenza madre (generalmente tra i 5 ed i 30 grammi), una girella, il terminale in fluorocarbon lungo da 1 a 2.5 metri, l'amo.

Questa, diciamo, è la struttura base della lenza. Ovviamente si possono realizzare una serie di varianti costituite, in sintesi, dall'utilizzo o meno del galleggiante, dall'utilizzo di più ami, dall'utilizzo promiscuo con il sabiki, ed altro ancora che vedremo in altri articoli. In sintesi, potremo avere:

Lenza libera

Colleghiamo alla lenza madre una girella e alla stessa un terminale in fluorocarbon di circa 2 metri

Lenza piombata

Come sopra ma prima della girella, sulla lenza madre, montiamo un piombo scorrevole intercambiabile

Con galleggiante

Questa lenza è indicata nel caso in cui si vogliano raggiungere profondità maggiori. Sulla lenza madre infiliamo una perlina e poi un galleggiante scorrevole (da 50 grammi circa). A seguire infiliamo un piombo scorrevole e leghiamo ad una girella. A quest’ultima leghiamo il solito terminale di 2 metri circa in fluocarbon. Caliamo in acqua e quando il piombo avrà raggiunto la profondità desiderata blocchiamo la perlina facendo un nodo (con uno spezzone di filo) sulla lenza madre. In questo modo il galleggiante sarà bloccato e noi pescheremo alla profondità voluta.

Per le specifiche sui terminali Terminali Light Drifting

AZIONE DI PESCA

Come detto lo scopo di questa pesca consiste nell'attirare, tramite la pastura, i pesci all'interno della nostra scia, mantenere la nostra esca nel mezzo di questa, e...prendere i pesci!!

Quello che detto così sembra molto semplice, in pratica lo è un pò meno. Vediamo  quali sono le accortezze di cui dovremo tenere conto.

In primo luogo individuare il punto di pesca. Come al solito la cosa migliore è conoscerlo per esperienza diretta o mediante informazioni ricevute da altri pescatori. Ina lternativa, occorre conoscere le abitudini delle nostre prede, consultare una carta e scegliere dove posizionarsi. Dopo alcuni tentativi individueremo i posti migliori. Individuata la zona, comunque, non dimentichiamoci di verificare sempre l'eventuale presenza di gabbiani (posati sull'acqua- può essere segno di una precedente mangianza che a breve potrebbe ricominciare, in attività a pelo d'acqua - può essere segno di una mangianza in corso).

Seconda cosa, fondamentale, è data dalla lettura del posto di pesca in base alla giornata. Corrente e vento possono modificare significativemente la nostra azione di pesca e dovendo mantenere la nostra esca all'interno della scia, sarà opportuno:

1. verificare lo scarrocio, cioè verificare se la nostra barca, in virtù della corrente e del vento non si muova troppo velocemente. Ricordiamo che questa pesca la si può praticare a scarroccio, a scarroccio con ancora galleggiante, ancorati. La scelta sarà determinata dalle nostre preferenze personali, ma ciò non toglie che si dovrà raggiungere l'esito voluto e cioè massimizzare l'azione della pastura mantenendo all'intenro di essa la nostra esca. E' evidente, ad esempio, che in presenza di un forte scarroccio tenderemo ad allontanarci molto velocemente dalla pastura con l'esigenza di continuare con l'azione di pasturazione in modo significativo.

2. verificare la velocità di caduta della pastura al fine di identificare il punto in cui dovrà posizionarsi la nostra esca. A prescindere dalla scelta che avremo fatto (scarrocio o ancorati) la nostra esca dovrà andare a posizionarsi all'interno della pastura e quindi, a seconda della corrente, dovremo regolare la piombatura e la distanza di posizionamento dell'esca dalla barca.

La pasturazione avverrà utilizzando le esche che useremo in fase di pesca. Possiamo gettarle in acqua a mano, avendole preventivamente tagliate a pezzi o tritate, oppure calandole in sacchetti, o ancora utilizzando appositi pasturatori (sardamatic). La pastura, ovviamente, dovrà essere calata in quantità che non sfamino i pesci e ad una profondità coincidente con quella di pesca.

In sintesi:

1. Scelta del posto di pesca

2. Lettura delle condizioni meteo-marine e determinazione dell'assetto di pesca

3. Pasturazione

4. Inizio fase di pesca

A questo punto possiamo calare in acqua le nostre lenze.

 

Note specifiche:

per il Serra
Esca di maggiori dimensioni e cavetto d’acciaio di lunghezza leggermente inferiore alla stessa. Si può innescare la sarda, il cefalo, il sugarello, il gronghetto, l’anguilla

per le Stelle e le Aguglie
Terminali sottili (0,10-0,16), ami piccoli e come esca il bigattino

per Sugarelli, Lanzardi e Palamite
Esca di maggiori dimensioni (sarda innescata con ago) e rinforzo della parte finale del terminale mediante cavetto d’acciaio di lunghezza di poco inferiore dell’esca oppure con un tubicino di dacron infilato nel filo.

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